“Ho già incassato e speso il mio voucher da 900 euro in ricambi originali. Quando ci è stata prospettata la possibilità di avere un ritorno di cassa grazie ai nostri acquisti l’abbiamo colta al volo. DOC Cashback è un’operazione azzeccata”. Ambrogio Mauri, socio titolare con il fratello Graziano (in foto) di Carrozzeria Mauri, è uno degli autoriparatori che ha raggiunto l’obiettivo DOC Cashback, iniziativa con cui il consorzio incentiva e premia i suoi affiliati fedeli al ricambio originale. Siamo andati a trovarlo nella sede di Via Brianza a Lambrugo (Co), dove fa bella mostra di sé la nuova targa DOC.
Un segno di appartenenza?
Per noi è un vanto spiegare ai clienti che facciamo parte del consorzio DOC e che montiamo ricambi originali.
È la politica di casa Mauri?
Quando il cliente ha ragione e il danno è coperto non c’è nemmeno da parlarne, andiamo sempre sull’originale. Se invece ha torto, gli facciamo capire che a montare un ricambio non originale non è garantito un risultato di qualità. Il cliente lo deve sapere, è una questione di trasparenza. Con l’originale non dico che andiamo a occhi chiusi al montaggio ma quel ricambio è il suo. Solo ultimamente stiamo avendo qualche problema su alcuni pezzi francesi che hanno delle piccole imperfezioni, ma ovviamente DOC non può farci nulla.
Sul totale acquisti siamo a un 70 per cento di ricambi originali e 30 di concorrenza. Compriamo originale per 30-35mila euro al mese.
Ci presenta la sua attività?
‘Carrozzeria Mauri di Ambrogio e Graziano Mauri’ è stata fondata nel 2003, ma è nostro padre che l’ha avviata esattamente 50 anni fa. Io e mio fratello abbiamo continuato e siamo riusciti a ringraziarlo per quello che ci ha lasciato.
Questa non è la sede delle origini, più piccola, di Via Garibaldi. Questa era nata come ripiego in attesa di costruire nella zona artigianale; la burocrazia ha rallentato tutto ma per fortuna abbiamo trovato uno stabile adatto che abbiamo ristrutturato e da quattro anni siamo qui. Quella che doveva essere una sede provvisoria è diventata definitiva, è anche delle dimensioni giuste: 1.200 metri quadrati coperti di cui mille di area operativa.
Oltre a noi due titolari ci sono nostra sorella Anna e un’altra impiegata in amministrazione, sette tra carrozzieri e meccanici e, quando serve, dei prestatori d’opera a partita Iva.
E serve? Com’è il vostro giro di lavoro?
Lavoro ce n’è per noi e per tutti i nostri colleghi. Bisogna cercare, come diceva nostro padre, di fare un lavoro di qualità e non di quantità. Abbiamo dell’arretrato perché non si può correre, pena una riparazione non a regola d’arte. Meglio una macchina in meno fatta bene una volta che dieci e doverle rifare o scontentare il cliente.
Da un paio d’anni siamo autorizzati Volkswagen, Seat e Skoda, marchi che incidono per un 40 per cento. Abbiamo notato un aumento di ingressi di questi brand e di persone che non erano nostre clienti.
Contiamo circa dieci ingressi a settimana, soprattutto vetture e qualche veicolo commerciale. La nostra è una clientela essenzialmente privata, che guida dall’utilitaria, anche datata, all’auto d’élite.
Come sono i vostri clienti?
Vengono da noi con la certezza di una riparazione fatta nel migliore dei modi. Ma siccome sbagliare è umano, se capita voglio che me lo si dica.
Invece, ho avuto una discussione con un cliente a cui avevo spiegato quali pezzi originali gli avrei montato per un tagliando. Dopo qualche giorno si ripresenta lamentandosi per un filtro dell’aria da 59 euro che, diceva, aveva visto che ne costava 12; allora ho chiamato il magazzino di Autotorino e ho chiesto in vivavoce quanto costasse il filtro dell’aria della Mitsubishi che mi avevano fornito due settimane prima. Risposta: 53 euro più Iva. Al cliente ho detto: “La prossima volta, fatti fare il tagliando da internet”.
Qualcuno che arriva con i pezzi comprati online? Succede, ma se al mio meccanico vado a proporglieli non mi fa il lavoro.
Il 2023 sta andando bene?
Benone. Come fatturato il 2022 è cresciuto rispetto al 2021 e il 2023 è in linea con l’anno scorso. La mia paura sono i costi che aumentano; secondo il nostro commercialista abbiamo lavorato di più ma il guadagno è un po’ diminuito, i rincari dell’energia hanno inciso.
L’offerta servizi è più ampia rispetto a una carrozzeria tradizionale. Mauri sta andando verso il multicenter?
In realtà stiamo proseguendo l’attività di nostro padre e dei nostri zii. All’epoca papà gestiva la carrozzeria e i suoi fratelli l’officina. Andare dai Mauri voleva dire che la macchina veniva fatta per intero.
Non avendo più i nostri zii che lavorano con noi, abbiamo inserito in azienda meccanici ed elettrauto, mentre per le gomme ci appoggiamo a un gommista qualificato e per le revisioni a un centro revisioni con cui siamo convenzionati.
A proposito di convenzioni…
Nessuna, né con le compagnie assicurative né con quelle di noleggio.
Invece siete felicemente affiliati DOC.
Da quando è nato il consorzio, quindi 17 anni fa. I primi promoter spingevano sulla consegna e facevano bene, portarci a casa i ricambi originali ci evitava di correre a destra e a sinistra da una concessionaria all’altra.
Ma ci sono altri aspetti di DOC che apprezzo. La Ri.Ba. unica, per esempio, è una gran comodità, quando a fine mese vado a controllare il mio estratto conto, ho venti fornitori e un solo pagamento.
Come ordina i ricambi?
Io sono ancora tradizionalista, telefono. Graziano, invece, che segue il discorso dell’officina, ordina con la App A-Service.
Quello che devo riuscire ad approntare, ma questo è un discorso nostro, è un locale più ordinato a uso magazzino. Quando i ragazzi scaricano, se si tratta di un pezzo solo te la cavi, ma ultimamente abbiamo riparato una Seat e c’erano settemila euro di ricambi da controllare al volo!
Delle concessionarie DOC è soddisfatto?
Non mi posso lamentare. Certo, hanno il loro lavoro mentre per noi l’ideale sarebbe disporre di una corsia preferenziale, ma grazie a DOC le cose stanno migliorando. Anni fa se avevi un problema con una macchina e chiamavi in concessionaria potevi star certo che al capofficina quel problema non era mai capitato. Avere un aiuto era avere un favore, adesso invece c’è sia comunicazione sia confronto.