Davide Perego è un imprenditore che bada al sodo. L’anno scorso aveva avuto parole di elogio per la campagna incentive DOC Cashback, e quest’anno le ha ripetute con le stesse motivazioni: “Se mi torna l’1 per cento sugli acquisti di ricambi originali sono contento. Il lavoro è lavoro”. Eccolo nella sua Per-Car a Carate Brianza (Mb).
Ha fatto fatica a raggiungere gli obiettivi?
Onestamente no, solo la grandinata dell’anno scorso ha inciso parecchio sul fatturato generale. Non compro più del necessario. Mi sono arrivati un Q3 e due Golf con ventimila euro di danni l’uno, si fa in fretta a raggiungere gli obiettivi. E poi oggi la gente si butta sull’usato, pagandolo anche più di quello che vale, o ripristina auto che un tempo rottamava: ricordo nel 2008 una Passat station con 80mila chilometri che il cliente mi ha fatto demolire perché non gli conveniva ripararla.
In Via della Valle si lavora sempre a pieno ritmo?
Con una persona in meno – insieme a me e all’amministrativa lavorano un operaio e due partite iva a chiamata – ci impegniamo di più. Manca il ricambio generazionale, però un curriculum interessante lo valuto.
La struttura è di mia proprietà, 330 metri quadrati soppalcati che ospitano la carrozzeria, oltre a ufficio e magazzino e zona di servizio. Siamo in crescita anno su anno, chiuderemo il 2024 con un +30 per cento. E abbiamo ancora una trentina di macchine in coda per la grandine.
I suoi punti di forza?
Abbiamo 11 macchine sostitutive (10 auto e 1 furgone), siamo presenti in pausa pranzo, rispondiamo alle 11 di sera…
Che numeri fa?
Emetto circa 600 fatture l’anno, l’80 per cento della clientela guida macchine di fascia medio alta, Mercedes, BMW, Audi, Porsche, ma riparo anche auto ai limiti dell’antieconomicità, oltre ai veicoli commerciali.
Il mio è un lavoro di relazioni, di contatti, certifico la mia tariffa oraria e sono sempre molto chiaro. Il chiacchiericcio aiuta, vedo che la clientela si sta ampliando, le agenzie di assicurazioni mi cercano anche da fuori territorio. Con un approccio da imprenditore ho anche un bel ritorno economico, se mettessi e togliessi la tuta ci sarebbe da impazzire. Trattare con i periti, gestire i numeri, quello mi piace.
Ha aperto anche alle compagnie di noleggio?
Uno spiraglio: il noleggio non vale più dello 0,5 per cento sul giro di lavoro, fa comodo per casi limite. Helvetia e Zurich, invece, incidono per circa il 55 per cento. E collaboro anche con compagnie con cui non ho sottoscritto accordi, è importante che il cliente sappia che se fa un incidente può andare dove vuole. Se sceglie Per-Car sa che monteremo ricambi originali.
Sempre e comunque?
Dove si può si va sull’originale, che per me vuol dire 99 volte su 100. Consiglio sempre l’originale al cliente, anche quando paga di tasca propria. Il ricambio di concorrenza monta in modo diverso, con l’originale la macchina torna com’era prima.
Succede anche, ma è molto raro, che un cliente porti i ‘suoi’ ricambi: io faccio il preventivo sulla manodopera e alzo il costo del servizio.
Di norma, invece, arrivano in Per-Car con un furgone DOC…
DOC è stata la svolta, il servizio è eccezionale. È come quando dopo tanti anni trovi la tua scarpa per andare a correre. DOC è la mia scarpa e non ne ho mai volute provare di diverse. Avere a che fare con i professionisti, con gente disposta a risponderti alle nove e mezzo di sera come fa il mio promoter, Filippo Brivio, o con concessionarie che ti vengono incontro e ti portano anche la molletta da 60 centesimi se devi ultimare un intervento non ha prezzo. Con i magazzinieri DOC ho sviluppato una vera amicizia.
Nulla da migliorare quindi?
Se devo fare un appunto, è che DOC è un’azienda un po’… fredda. L’unico contatto che ho con il consorzio è di servizio, attraverso i logistici e con Filippo, che è sempre il numero 1, anche dal punto di vista commerciale. Sa che in dieci anni con DOC non ho mai conosciuto né il responsabile del consorzio né il presidente?