Un check-up per essere certi di avere le carte in regola. Lo propone alle concessionarie socie e agli autoriparatori DOC Venanzieffe, società di Parabiago (Mi) che si occupa della gestione dei rifiuti in tutti i suoi aspetti: controllo, selezionamento, analisi, trasporto, messa in riserva e/o rispedizione a un impianto finale.
Siamo entrati nei dettagli con Paolo Venanzi, una laurea in Economia e International Business, responsabile Ambiente, Qualità e Sicurezza oltreché referente per il consorzio.
Di che rifiuti stiamo parlando?
Le concessionarie, ma anche le carrozzerie, le officine, gli elettrauto, producono fino a 16 codici rifiuto – provenienti da manutenzione sui veicoli – tra cui: filtri aria, filtri olio, stracci contaminati, olio motore, olio dei freni, pastiglie freni, antigelo, batterie al litio, materiale ferroso, ecc… Parliamo di rifiuti speciali (che si distinguono da quelli urbani che sono, per esempio, le pile alcaline, i medicinali, l’olio per fritture), in particolare di oli minerali esausti e accumulatori al piombo. In Italia, per volumi conferiti presso impianti di rigenerazione, ricopriamo posizioni di vertice: comprendendo tutti i rifiuti stoccati (nel 2020 circa 50mila tonnellate, tra rifiuti pericolosi e non), il 64,72 per cento è stato avviato a recupero (il che vuol dire dare nuova vita a un rifiuto), e solo il 35,28 per cento è stato avviato a smaltimento definitivo (ad esempio, termodistruzione).
In che modo vi proponete al potenziale cliente DOC, che sia la concessionaria come anche l’autoriparatore?
Come un fornitore di soluzioni e di servizi di qualità. Non ci occupiamo ‘soltanto’ del recupero e smaltimento (o rigenerazione), noi ci prendiamo in carico la gestione del rifiuto nel suo complesso. La proposta di contratto è standard e indipendente dalle dimensioni dell’azienda e dalla quantità di rifiuti da recuperare, che siano due o mille chili (magari ci fosse l’officina con mille chili di olio esausto, vorrebbe dire che ha installato mille nuovi filtri olio!).
Quali sono le condizioni contrattuali?
Si valutano caso per caso. Di solito la scelta del cliente cade sul contratto annuale, ma è previsto anche il servizio spot. Della serie: provateci! Se il servizio piace ci si siede a un tavolo e si definisce una proposta.
Tra i tanti vantaggi dell’avere un contratto c’è anche l’opportunità di accedere al servizio di compilazione del registro di carico/scarico. Per legge, il produttore del rifiuto è tenuto a compilare il registro. Poi può scegliere se delegare questa funzione. Patti chiari: delegare la compilazione non equivale a uno scarico di responsabilità – da normativa, sempre del produttore di rifiuto – ma comporta il beneficio di non commettere errori nella compilazione di documenti obbligatori. Lasciate a noi la gestione dei rifiuti in tutto il processo necessario; voi concentratevi sulle vostre attività.
Come procedete?
Step by step. Il primo contatto è una visita concordata tra il potenziale cliente e il nostro agente commerciale di zona (ne abbiamo cinque operativi sul territorio servito da DOC, oltre ai consulenti del back-office): si valutano i quantitativi prodotti e si verifica che lo stoccaggio venga fatto in modo adeguato (il produttore dovrebbe avere designato in officina o in concessionaria un’area in cui stoccare i rifiuti; se così non fosse, possiamo fornire soluzioni in comodato d’uso che comprendono anche i fusti o le cisterne antiacido e a tenuta stagna). Poi viene fatta un’offerta commerciale a cui seguono, se accettata, il ritiro, il cambio vuoto per pieno, la firma dei documenti, lo scarico presso gli impianti Venanzieffe.
Sconsigliato il fai-da-te, immagino…
Spesso la gestione dei rifiuti è affidata a un operativo di officina; se questa figura cambia, nel passaggio di consegne si rischia di commettere errori che poi non vengono corretti.
Scarsa conoscenza delle politiche ambientali, confusione, una certa ‘tuttologia’ diffusa, leggi che andrebbero modificate… Questo è un settore in cui non si può improvvisare, meglio una domanda in più e meglio ancora affidarsi alla consulenza del proprio smaltitore di fiducia. Il rischio di violare la legge c’è e la forbice è molto ampia: si può passare da una semplice contravvenzione a una denuncia penale, e nei casi più gravi si può arrivare alla sospensione dell’attività.
E poi ci sono i rischi per la salute: la batteria al litio, per esempio, non può essere gestita come una batteria al piombo (che nella sua integrità è abbastanza sicura), perché a contatto con l’aria il litio prende fuoco e a contatto con l’acqua esplode.
A proposito di batterie: quelle al piombo hanno un extravalore per chi le smaltisce?
Negli ultimi anni il mercato del piombo è stato rivoluzionato, però sì, è previsto un riconoscimento – intorno al 18-19 per cento sulla quantità totale – che viene calcolato secondo il prezzo corrente (variazione mensile).
Che aspettative ha dalla partnership rinnovata con DOC?
Sono quasi dieci anni, nove per la precisione, che lavoriamo con il consorzio, segno che la partnership funziona. Guardando a un 2021 che ci attendiamo di rilancio, confidiamo nella massima spinta da parte dei promoter, il nostro biglietto da visita presso gli autoriparatori e i concessionari. Sarà fondamentale anche una maggiore condivisione delle informazioni.
Ottimista per il 2021?
Intanto abbiamo chiuso il 2020 con dei valori al ribasso ma abbastanza contenuti rispetto alla situazione socio-economica del Paese. La prospettiva per il 2021 è di continuità del servizio e di progettazione per il futuro. Per Venanzieffe, che opera in questo settore da più di 60 anni, i prossimi saranno anni di sviluppo: abbiamo acquistato i terreni adiacenti al polo di Parabiago che passerà da 10.000 a circa 27.000 metri quadrati. A fronte di questo ampliamento sono già stati approvati programmi di investimento per aumentare e migliorare le nostre proposte, con l’obiettivo di innalzare ancor di più il livello qualitativo del servizio offerto.
Parafrasando una vecchia citazione cinematografica: “Abbiamo interessanti prospettive per il futuro”.