In ‘Renzo Negri’, concessionaria a conduzione familiare di cui è socio titolare, come nel consiglio di amministrazione DOC, dove fa parte della commissione Partner e iniziative commerciali, e come anche in Confcommercio Lecco, dov’è presidente concessionarie e gruppo autoveicoli, Alberto Negri obbedisce a un unico principio: “Dare il massimo, sempre”.
Con un organico di 11 persone, la sua è una concessionaria di medio-piccole dimensioni. Come sta attraversando questi mesi condizionati dalla pandemia?
Il 2020 è stato un anno molto difficile, con il mese di marzo dove siamo rimasti aperti solamente per dare assistenza ai clienti e le vendite azzerate per due mesi; però, a partire dal 4 maggio, si è avvertita subito la voglia di ricominciare, e dopo 15 giorni la gente ha iniziato a comprare. Abbiamo un prodotto Suzuki totalmente ibrido che ha registrato molto interesse, soprattutto tra i clienti che avevano un diesel e faticavano a circolare. Alla fine, abbiamo chiuso il 2020 con 400 macchine vendute, poche unità in meno rispetto al 2019.
Ottimista per il 2021?
Lo dico a voce bassa, ma le previsioni per il mercato auto sono in leggero aumento, per Suzuki in particolare. La prima tornata rottamazione dell’anno scorso è andata molto forte, l’ultima di gennaio ha avuto un impatto leggermente inferiore, anche perché ci sono molti punti di domanda e sono aumentati i tassi di finanziamento. Ma è un anno che si annuncia comunque positivo.
Anche in ambito post vendita? Quanto aiuta essere concessionaria socia DOC?
Ho creduto nel consorzio fin dalle origini, e del consorzio ho vissuto le trasformazioni. Rispetto agli inizi, quando tutti lavoravamo con maggiore serenità, oggi facciamo i conti con ricambisti più strutturati e con la necessità di fidelizzare tanto la carrozzeria quanto la piccola officina. Negli anni in cui avevo il tempo di accompagnare i promoter in visita – e ti accorgevi subito di come la presenza del titolare di concessionaria gratificasse l’autoriparatore, lo aiutasse a esporre i suoi problemi – rientravo con la certezza che il consorzio fosse ben recepito. È ancora così ma non basta più. Dobbiamo riuscire a persuadere i nostri clienti che strumenti come ARiA semplificano il loro lavoro e insieme quello del magazziniere. Il risultato sono meno errori, meno resi, meno perdite di tempo.
Lei è consigliere DOC al suo secondo mandato. Un impegno gratificante?
Per me significa dare parte di se stessi, dare il massimo. Il nuovo consiglio DOC è nato nel pieno della pandemia da Covid 19, in un momento molto difficile.
Lorenzo Cogliati è stato subito chiaro con tutti noi, ha formato le commissioni con l’intento di rendere il consorzio più incisivo in tutti gli ambiti. Il mio premio pensiero? Sicuramente ci sarà ancora più lavoro da fare, ma sarà un lavoro proficuo. Con Arianna Balgera e Lorena Vittani faccio parte della commissione Partner e iniziative commerciali e il nostro primo compito è quello di ascoltare. Abbiamo sentito in call tutti e sedici i partner e ascoltato le loro esigenze specifiche; e abbiamo cercato di capire che cosa possono dare non solo in termini economici ma di qualità del servizio e di costanza nel rapporto. In DOC non vale il ‘dentro tutti’, i partner sono selezionati, sono prima di tutto partner DOC.
Appena possibile vorremmo vederli in presenza, la cosa più bella e che in questo periodo ci manca tanto. Fosse per Lorenzo farebbe una riunione tutti i giorni, è un presidente sempre sul campo. Io ho cominciato a lavorare con alcuni partner nuovi, e ne ho constatato l’efficacia anche nella mia concessionaria.
Lei è anche presidente concessionarie e gruppo autoveicoli in Confcommercio Lecco. Un ruolo che potrà ‘spendere’ anche in DOC?
È un ruolo che ho ‘ereditato’ nel 2019 da Renato Mariani, di Lario Bergauto, e che mi trova ancora più attento nel riconoscere le problematiche in ambito territoriale, quindi Lecco e provincia; ma sono problematiche comuni ai territori limitrofi, ecco perché è un bagaglio che posso portare anche in DOC. E poi come Confcommercio siamo vicini a Federauto, con cui abbiamo condiviso, per esempio, i protocolli anti Covid.
Prima di salutarci, mi dice che cosa pensa della figura del Promoter 2.0?
Ho partecipato a diverse riunioni con la forza commerciale del consorzio e ho visto il coinvolgimento. È come il cambio automatico che ha sempre una marcia in più. I promoter DOC formano un gruppo eterogeneo ma coeso, che viaggia compatto verso un unico obiettivo, e questa marcia la stanno mettendo.