“Ti mettevano in mano il cavo attaccato alla bobina e facevano scoccare la scintilla”. Gesti che oggi sarebbero bollati come atti di bullismo e che Raffaele Buzzi, 70 anni il prossimo 30 maggio, ricorda con un sorriso. Parlare con il titolare dell’omonima officina di Lurate Caccivio (Co), referente CNA Autoriparatori, è immergersi in una realtà moderna dalle radici antiche.
Torniamo indietro al?
1976, finito il militare. Io però ho iniziato nel 1968, dopo aver frequentato i tre anni del corso riparatori automezzi della Leonardo da Vinci di Como, con docenti che arrivavano dalla Landini, dalla Zocca…
Ho aperto da solo – i miei mi hanno dato una mano – nella sede dove sono da sempre e che ho ampliato negli anni fino ai 600 metri quadrati di oggi, anche acquistando una proprietà di tremila metri ad uso deposito giudiziario e per i carroattrezzi.
Lavoriamo in 12 e quattro sono autisti, per dirle l’importanza del soccorso stradale. Io sono titolare unico e ho con me mia moglie Grazia che segue l’amministrazione insieme a un’impiegata e nostro figlio Matteo; in officina ci sono anche Sanzio, Luca, Antonio, Benny e Stefano.
Meccanica pura?
E i servizi gomme ed elettrauto, mentre per le revisioni ci appoggiamo a due centri in zona.
Dalla pandemia come siete usciti?
Non abbiamo avuto grossi cali, sì, c’è stato il fermo tecnico da lockdown, ma quando abbiamo tirato la riga non ci siamo spaventati.
Quello che noto è che la gente si è incattivita, io pago, io voglio, c’è una grande differenza rispetto ai clienti stranieri, molto educati e che apprezzano tantissimo la nostra offerta di servizi. Per il soccorso stradale siamo convenzionati Aci, se l’automobilista non è ‘obbligato’ a portare la macchina in un’altra officina in genere resta con noi. Forniamo sia assistenza mobile, sia la vettura in noleggio (ne abbiamo 12, oltre a un pullmino).
Che cosa si ripara in Via Edoardo Stucchi?
Un mix. Siamo autorizzati Lancia dal 1988, poi ci sono stati proposti i marchi Fiat e Fiat Professional. Insieme, incidono per un 30-40 per cento. Vedremo, con il passaggio a Stellantis, che cosa succederà a fine giugno. Già oggi, comunque, visto l’aumento della qualità e della tecnologia, gli interventi in garanzia sono calati.
Lavoriamo in una zona abbastanza industrializzata, ripariamo il circolante, soprattutto di fascia media. Come soccorsi siamo sui 3.500-4.000 l’anno, come manutenzione intorno ai 2.000 ingressi.
Siamo anche centro di riferimento per Croce Rossa e AREU e per alcuni allestitori di ambulanze (infatti frequentiamo regolarmente i corsi di formazione per la manutenzione dei mezzi di soccorso).
L’elettrico comincia a vedersi?
Siamo referenti Tesla per il soccorso stradale e l’anno scorso ne abbiamo recuperate due o tre. Ma a parte qualche 500 per la riprogrammazione della centralina o la sostituzione delle gomme, che nelle auto elettriche durano di meno, non abbiamo visto ancora nulla.
La clientela è essenzialmente privata, cittadino o azienda. Qual è la politica Buzzi in fatto di ricambi?
Soprattutto ricambi originali o in alternativa Bosch, manteniamo una qualità alta.
L’originale è sicurezza e qualità del prodotto, e se dovesse capitare qualcosa la garanzia ti copre ovunque. Quando Simone Soleri, il mio promoter, mi ha portato la targa DOC mi ha fatto piacere, i clienti lo sanno che usiamo ricambi originali.
A proposito di DOC: soddisfatto del servizio?
Due consegne al giorno e mai un problema. Sono tutti professionisti.
Quello che dicono di Officina Buzzi i clienti…
È vero, la garanzia sono i 50 anni al servizio dell’automobilista.
Prima di salutarci mi dice chi sono i ragazzi in foto?
Sono otto studenti della scuola professionale francese di Rennes che hanno completato lo stage in altrettante autofficine comasche. Li abbiamo accompagnati anche al museo della Ferrari a Maranello e a quello della bici del Ghisallo (io sono un ciclista appassionato, ho fatto la Patagonia in bicicletta, mi ha fermato solo la protesi al ginocchio).
Collaboriamo anche con i Padri Somaschi, mentre all’istituto professionale Leonardo da Vinci – da cui arriva gran parte dei miei dipendenti – stiamo dando una mano per la realizzazione di un’aula tecnologica. Servirebbe che i nostri centri di formazione fossero un po’ più attrezzati e attrattivi, un po’ come sono quelli francesi, dove le stesse Case auto investono e formano i docenti.