Doc per Enaip Lecco parte seconda. Si potrebbe titolare così la consegna delle tute griffate con il marchio del consorzio agli studenti del secondo e terzo anno indirizzo meccanica&carrozzeria. Già, perché in Via Caduti Lecchesi a Fossoli DOC è di casa. “La partnership con DOC è molto importante”, conferma il direttore dell’istituto, Giovanni Colombo; “tutta l’attività formativa è finalizzata a una collaborazione stretta con le realtà produttive. Prepariamo i nostri ragazzi a entrare e soprattutto a restare nel mondo del lavoro”. “Sono molto contento di come i ragazzi vengono formati in Enaip”, offre la sua esperienza Marco Casati, consigliere DOC con delega alla formazione e responsabile service Lario Bergauto; “preparati, corretti, educati, disposti ad ascoltare il tutor. Non è scontato”.
E allora ecco, in sequenza, le testimonianze raccolte al termine della ‘cerimonia’ di consegna a partire proprio dai destinatari delle tute.
Francesco
Un’emozione, non tanto per la tuta ma per quello che ci sta dietro. Sono pronto a iniziare lo stage lunedì prossimo, ma ho paura di sbagliare, di non sapere abbastanza per riuscire a fare bene. Comunque sì, in futuro mi vedo meccanico.
Singh
Portare una tuta con il logo Enaip ci rappresenta, dallo stage in officina mi aspetto di mettere in pratica tutto quello che abbiamo imparato a scuola. Un po’ di timore c’è, perché è la prima volta che andiamo nel mondo del lavoro.
Riccardo
Ho già deciso che farò il carrozziere, ho questa passione per le macchine da quando ero bambino. Ho voluto venire in Enaip proprio per imparare e trasformare questa passione nel mio lavoro. Lo stage? Mi spaventa un po’ l’idea di andare in mezzo alle persone adulte, più che altro per la paura di sbagliare, ma sono anche entusiasta.
Lorenzo
Mio papà è carrozziere e potrò lavorare nell’azienda di famiglia, gli do già una mano adesso. Mi piace la verniciatura, la lucidatura. Andrò a fare la gavetta da un’altra parte, devo vedere come si lavora in un’officina dove il capo non è mio padre.
Luca
Ho scelto la meccanica, un po’ influenzato da dei miei parenti che stanno in questo mondo. Enaip ci ha dato le basi, che sono fondamentali, poi ovviamente nel pratico si impara di più. La disciplina in azienda? Anche a scuola mi comporto bene, non sarà un problema.
Daniele Auriemma, titolare di officina e docente di meccanica
Come li vede i ‘suoi’ ragazzi?
Li vedo bene, questi ragazzi, secondo me verranno fuori, la maggior parte di loro ha un vero interesse per la meccanica. Ma devono essere formati, il mondo del lavoro è molto diverso dalla scuola, è normale la loro preoccupazione all’idea di iniziare lo stage. Io stesso ne prenderò alcuni nella mia officina, faccio stage da 15 anni e da 15 anni faccio un po’… il genitore.
Andrea Biancini, vice direttore generale Enaip Lombardia
Quella professionale non è formazione di serie B. C’è bisogno di ribadirlo?
Purtroppo anche per tante famiglie la formazione professionale sembra un ripiego, e pensare che il nostro tasso di occupati in Lombardia supera l’80 per cento. Per non parlare della dimensione sociale: alcuni dei ragazzi si riscattano proprio venendo a scuola e iniziando a lavorare; non è un caso che dove la formazione professionale è più incisiva il tasso di abbandono scolastico è più basso.
Operiamo in stretto contatto con le aziende, diversi corsi sono strutturati in alternanza tra stage e formazione in aula, e sono tutte attività che beneficiano dei rapporti consolidati con le imprese del territorio.
Peccato vedere che nel nostro Paese c’è tanta disoccupazione, anche giovanile, quando ci sarebbe tanta disponibilità di posti di lavoro.
Marco Casati, consigliere DOC con delega alla formazione
Ha esordito dicendo che in Lario Bergauto avete assunto il decimo ex studente Enaip. Ha avuto la loro attenzione…
È anche un modo per dare degli stimoli a questi ragazzi che sono solo al secondo o terzo anno e per i quali non deve essere facile capire come sarà il futuro. Noi di sicuro, come azienda e come DOC, nella partnership con Enaip crediamo tanto.
Quando arriva lo stagista in azienda lo affianchiamo e lo osserviamo. Al di là di quello che sa o non sa ancora fare, l’atteggiamento, la puntualità, la disciplina, contano tantissimo, soprattutto in strutture come le concessionarie DOC che hanno processi operativi rodati.
Devi lavorarci almeno 4 anni prima di decidere in quale reparto collocarlo: motori, tagliandistica, carrozzeria, gomme… ‘Leggiamo’ il ragazzo e lo destiniamo. Ultimamente l’attenzione si è molto spostata sulla capacità di usare lo smartphone, le app… cambiare l’olio è utile, ma la parte di elettronica e di informatica lo è di più. E poi vogliamo far capire a questi giovani che cosa vuol dire lavorare in strutture specializzate sui marchi come sono le concessionarie ufficiali, e quanto è importante la logistica: il cliente mal sopporta il fermo macchina, quando arriva bisogna dargli tutto e subito, sia la disponibilità del meccanico che del ricambio; e grazie a DOC in pochissime ore riusciamo a rimetterlo sulla strada.
Giovanni Colombo, direttore Enaip Lecco e Morbegno
Quanto è importante la partnership con DOC?
È molto importante, tutta l’attività formativa è finalizzata a una collaborazione stretta con le realtà produttive. Prepariamo i nostri ragazzi a entrare e soprattutto a restare nel mondo del lavoro. Nel territorio la percentuale di successo del settore meccanica&carrozzeria è del 97-98 per cento. Lo sbocco è sicuro.
Ma non siamo una società di lavoro interinale, io non do nominativi, non do elenchi. Le aziende con cui vogliamo lavorare sono aziende disponibili a dedicare del tempo a far crescere i ragazzi.
Noi facciamo la nostra parte: oltre alla formazione in aula sono previste 1.350-1.400 ore di tirocinio ripartite tra secondo, terzo e quarto anno. Gommista, meccanica, carrozzeria: cerchiamo di dare a tutti i settori lo stesso peso, è durante l’attività di tirocinio che si delinea un interesse. Il primo anno lo studente va dal gommista, il secondo in una piccola officina, il terzo nella grande officina… È compito della scuola dare imput differenti.
Diego Crippa, titolare di officina, formatore e coordinatore settore meccanica
La formazione richiede tempo. Il mercato del lavoro però ha fretta…
La richiesta di occupazione è alta, officine e carrozzerie – per non parlare delle aziende manifatturiere – hanno bisogno di ragazzi. Io è 15 anni che insegno, e i problemi di oggi – e cioè la carenza di personale formato – li avremmo potuti risolvere pensandoci 20 anni fa, non 10. La formazione richiede tempo.
Con DOC stiamo crescendo in numeri e qualità, ma avremmo bisogno di una maggiore partecipazione sul campo, facciamo una enorme fatica a trovare i formatori. Ne ho parlato con Marco (Casati, nda): gradirei poter contare sul responsabile di magazzino, sul capoofficina, cioè sulle figure che poi saranno i tutor, anche solo per piccoli moduli di due, tre ore. Il mondo dell’adulto dà per scontato che l’adolescente conosca la realtà lavorativa. L’altro giorno mi sono fermato a spiegare la differenza che c’è tra un concessionario, un dealer e un riparatore indipendente: più c’è sensibilizzazione e più i ragazzi sono partecipi del programma di formazione. Il sostegno c’è, e la consegna delle tute ne è un esempio pratico, la fiducia c’è, quello che serve è proprio una maggiore condivisione. Porto la mia esperienza di formatore: da titolare di officina, sottraendole tempo ho di sicuro perso qualcosa economicamente, ma ho investito nel sapere che sto lasciando a questi ragazzi. È la mia eredità.