È il meno politico tra i politici in circolazione. Guido Guidesi, un recente passato di deputato nelle fila della Lega Nord e un presente di assessore allo Sviluppo economico di Regione Lombardia, ha illustrato con il consueto vigore il ‘Manifesto della Mobilità sostenibile’ con cui spera ancora di aprire una breccia in quella che fino a ieri appariva come la granitica posizione della Commissione europea in materia di decarbonizzazione; posizione che si traduce nello stop ai motori termici a partire dal 2035.
L’occasione è l’evento in Confcommercio Lecco dal titolo ‘Il futuro e le sfide della filiera automotive’, organizzato da DOC in collaborazione con AsConAuto, che ha visto il presidente del consorzio Lorenzo Cogliati fare gli onori di casa. Diversi gli esponenti delle istituzioni – Alberto Belgeri (vicepresidente Confcommercio Lecco e presidente Fondo di Garanzia), Mauro Piazza (consigliere Regione Lombardia), Mattia Micheli (vicepresidente Provincia Lecco) e Alberto Negri (dealer DOC oltre che presidente concessionarie della provincia di Lecco) – che hanno portato un saluto non di forma ma di contenuto a sostegno dell’iniziativa. La platea di concessionari, nutrita rappresentanza della compagine societaria di DOC, ascoltava con interesse.
La battaglia di Guidesi è nota: “A marzo 2022”, spiega, “con il sostegno della filiera automotive, dell’aerospazio e della consulta carburanti, abbiamo preso una posizione. Non contestiamo gli obiettivi di salvaguardia ambientale, ma siamo convinti che possiamo raggiungerli utilizzando motori endotermici evoluti”. L’assessore rivendica “libertà d’azione rispetto alla neutralità tecnologica, che ci permetterebbe di tutelare le aziende preservando il patrimonio di esperienza, competenza e professionalità che contraddistingue il sistema lombardo”.
Mille imprese e cinquantamila occupati (e 20 miliardi di fatturato) guardano con preoccupazione alla scelta di Bruxelles di vincolare la transizione energetica al solo elettrico. “Qui dentro”, commenta il presidente DOC, “siamo tutti concessionari e ci sentiamo toccati nel vivo. Quello che non capisco è perché queste indicazioni arrivino dalla politica, e che strategia ci sia dietro. Non sarà che vogliono diminuire il numero di auto vendute in Europa?”.
“Un dubbio legittimo”, concorda Guidesi. “Credo che la decisione della Commissione europea sia stata influenzata da situazioni particolari di qualche costruttore”. Non serve aggiungere altro, semmai occorre andare oltre. Ed ecco la serie di incontri, l’ultimo un paio di settimane fa in Germania, a Lipsia, con cui la Lombardia è entrata a far parte dell’Alleanza delle regioni dell’automotive. Le regioni produttive d’Europa, che si sono unite per chiedere all’Ue un approccio non ideologico ma neutrale dal punto di vista tecnologico.
“Siamo partiti tardi”, riflette l’assessore allo Sviluppo economico, “ma anche senza voler essere troppo ottimista qualche passo avanti l’abbiamo fatto. Il nostro metodo non oppositivo ci ha permesso di riaprire una discussione che sembrava chiusa”. Dettaglio non trascurabile, “siamo sostenuti dall’attuale Governo. Continueremo a batterci per strappare alla domanda Perché no? un Si può fare. Proviamo a vincere con la razionalità”.